Vertigini, se ne parla spesso ma non sempre conoscendole a fondo. Molto spesso si tende a confonderle con il semplice “giramento di testa” ma non sono proprio la stessa cosa.
Parliamo di vertigini e di tutto ciò che le riguarda con il dottor Graziano Zerbini, responsabile dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria di Humanitas Castelli di Bergamo.
Che cosa si indica con il termine vertigini?
«La vertigine è una condizione di equilibrio instabile che dipende dal labirinto, cioè la struttura che è presente nell’orecchio e che è alla base del nostro senso dell’equilibrio. La forma di vertigine più frequente è quella che viene definita “oggettiva”, che si manifesta con un senso di rotazione dell’ambiente rispetto al corpo e che in genere si associa a sintomi neurovegetativi come nausea, vomito, sudorazione e tachicardia. Essendo legata all’orecchio, inoltre, può essere alla base di acufene o di disturbi uditivi».
L’equilibrio dipende esclusivamente dai labirinti?
«No, si può dire sia frutto di un’attività multidisciplinare, che prevede l’intervento di varie parti del nostro organismo. Anzitutto l’area della corteccia cerebrale, che ha il compito di elaborare le informazioni che giungono dai labirinti, poi gli organi della vista e, infine, alcuni organoli, i cosiddetti “recettori” che, sparsi lungo la colonna vertebrale, hanno il compito di informare il cervello sulla posizione degli arti e del corpo rispetto allo spazio. L’integrazione tra le informazioni che questi elementi forniscono al cervello hanno come risultante il nostro equilibrio».
Per quali cause questo meccanismo “multidisciplinare” può non funzionare alla perfezione?
«Il meccanismo legato all’equilibrio può non funzionare a dovere per vari motivi: per cause virali, legate a fenomeni vascolari, derivanti da varie malattie o dovute a eventi esterni come traumi. Il cattivo funzionamento porta all’insorgenza di vertigini, cioè a instabilità, che può manifestarsi nello sbandare mentre si cammina, nell’avere la sensazione di essere spostati da un lato all’altro o di avere la sensazione che tutto questo accada anche se poi in realtà non è così».
Le vertigini possono essere provate solo stando in piedi oppure anche quando si è seduti o sdraiati?
«L’evento acuto delle vertigini non dipende dalla posizione che si ha in quel preciso momento e quindi sì, è possibile provarle anche stando seduti o sdraiati. È vero, poi, che il movimento contribuisce ad aumentarne gli effetti, ma questo non significa che in presenza di vertigini si debba restare fermi, anzi: movimenti lenti e controllati aiutano il cervello a raggiungere in modo più rapido una situazione di compensazione e a ristabilire le condizioni per il ripristino del senso di equilibrio».
È vero che le vertigini si possono presentare con maggiore frequenza durante l’estate?
«Sì, è vero. Il caldo può produrre effetti negativi sulle persone che sono ipotese o che, al contrario, stanno seguendo un trattamento ipertensivo. Può influire inoltre su chi soffre di problemi alla vista o su chi non si idrata a dovere, provocando una serie di fattori che sono in grado di provocare, appunto, vertigini».
Visite ed esami
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici