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Salute del cuore, stili di vita sani e controlli preventivi per preservarla

Il 29 settembre si celebra la Giornata mondiale del cuore (World Heart Day), giornata che ha l’obiettivo di informare e sensibilizzare i cittadini sull’importanza della prevenzione delle malattie cardiovascolari, la prima causa di morte nel mondo e in Italia.

Di salute del cuore e di prevenzione parliamo con Bruno Passaretti, responsabile della Cardiologia di Humanitas Castelli di Bergamo.

Quali sono i segnali che provengono dal cuore che ci suggeriscono di fare un controllo?

«I campanelli di allarme sono vari, i principali sono un’oppressione o un restringimento al petto oppure una mancanza di fiato quando si fa uno sforzo. In questi casi è bene controllare i fattori di rischio controllando la pressione e sottoponendosi a esami del sangue, con attenzione ad alcuni specifici valori, come ad esempio colesterolo e glicemia».

È possibile allenare il cuore a stare bene?

«Certo, per farlo bisogna seguire uno stile di vita corretto. Il rischio di avere un infarto può essere ridotto in percentuali davvero importanti, fino all’80%, da alcune attenzioni: mantenere un’alimentazione corretta con una dieta povera di sali, zuccheri e carne rossa, non eccedere con il proprio peso corporeo, evitare il fumo, bere alcol con moderazione. L’attività fisica, inoltre, può ridurre del 15-20% la possibilità di incorrere in malattie cardiovascolari».

A quale età è bene sottoporsi al primo controllo, pur in assenza di sintomi?

«Il primo controllo andrebbe fatto già in età adolescenziale perché, purtroppo, ci sono malattie congenite in grado di provocare morti improvvise. Per il resto, per gli uomini il primo controllo dovrebbe essere eseguito attorno ai 40 anni e per le donne con l’avvento della menopausa».

Dal punto di vista delle malattie cardiovascolari ci sono differenze tra uomini e donne?

«Le donne sono favorite grazie alla protezione degli estrogeni. Ma questo accade solo fino alla menopausa, poi i rischi diventano gli stessi degli uomini. Si ammalano quindi più tardivamente, ma quando accade la prognosi è peggiore rispetto agli uomini, per vari motivi tra i quali i principali sono il fatto che nella donna i sintomi sono più sfumati e i dolori meno tipici, per cui la malattia spesso comincia il suo corso senza che ci si renda conto; il fatto che gli studi sono stati eseguiti sugli uomini e quindi i trattamenti e i farmaci sono in genere studiati sull’uomo più che sulla donna; il fatto che nella donna le malattie hanno forme particolari. Ma oggi, per fortuna, con la medicina di genere stiamo superando questo ostacolo».

Quanto incide lo stress sulla salute del cuore?

«Incide molto. Non è che ci si ammala di cuore solo a causa dello stress, ma questo può essere la goccia che fa traboccare il vaso e provocare un attacco cardiaco acuto».

Dal punto di vista della prevenzione, quali sono gli esami, oltre a quelli del sangue, che permettono di valutare lo stato di salute del cuore?

«Il primo passaggio è rappresentato dalla visita cardiologica con elettrocardiogramma: attraverso il colloquio medico-paziente può essere valutato il profilo di rischio cardiovascolare della persona e lo specialista può consigliare modifiche allo stile di vita che possano ottenere il risultato di ridurre lo stesso rischio».

Responsabile reparto Cardiologia Clinica

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