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Salute degli occhi, è importante tenerla sotto controllo fin da quando si è neonati

Quando si parla di bambini, la prevenzione che riguarda le problematiche che possono interessare la salute degli occhi è quanto mai importante.

È molto importante, infatti, controllare la vista dei bambini fin dai primi mesi di vita, così da individuare in modo precoce disturbi che non sempre sono evidenti e individuabili, anche in considerazione del fatto che soprattutto i più piccoli non sono capaci di comprenderli e descriverli.

Parliamo di questo passaggio di così grande importanza con la dottoressa Fiorella Bazzi, ortottista e assistente in oftalmologia in Humanitas Castelli di Bergamo.

Quando è da prevedere la prima visita oculistica nei bambini?

«È fondamentale verificare gli stimoli visivi dei bambini addirittura fin da neonati, verificando se c’è una risposta ad alcuni stimoli luminosi o di movimento. Se infatti è vero che il nostro sistema visivo raggiunge la maturazione attorno ai 7 anni, è altrettanto vero che alcune condiziono che possono alterare lo sviluppo visivo possono avere un’origine precoce, e devono quindi essere individuate e trattate per tempo».

Nei primi anni di vita, quando un genitore deve pensare di far sottoporre il proprio figlio o la propria figlia a una visita oculistica?

«In primo luogo, ovviamente, il bambino deve essere portato dall’oculista tutte le volte che si riscontrano problematiche evidenti. Quando invece non ci sono disturbi particolari è bene comunque fissare una visita entro i tre anni di età, quando è già possibile verificare se non ci sia presenza di deficit funzionali che, con il trascorrere del tempo, potrebbero non essere più curabili e guaribili».

Qual è la problematica della vista più diffusa nei bambini?

«In età pediatrica il deficit visivo più frequente è l’ambliopia, una ridotta capacità visiva che può riguardare uno solo o entrambi gli occhi. Con “capacità visiva” non si intende solo l’incapacità di vedere in modo perfetto, è un concetto che coinvolge anche il saper processare tutte le attività compiute dall’occhio relative all’elaborazione dell’immagine, al senso di profondità, alla visione binoculare e alla capacità di muoversi senza difficoltà nello spazio».

Quale tipo di visita oculistica viene eseguita in questa tenera età?

«L’oculista, in particolare, con questa visita va alla ricerca del cosiddetto “occhio pigro”, condizione collegata all’ambliopia che può trarre origine da forme di strabismo che non necessariamente appaiono evidenti esteticamente. È importante intervenire al più presto su un “occhio pigro”: non farlo significherebbe rendere molto più difficoltosa la naturale maturazione neuronale e lo sviluppo delle cellule corticali binoculari, compromettendo in maniera irrecuperabile il normale sviluppo del sistema visivo del bambino».

Quali sono i segnali che i genitori non devono comunque dare per scontati e che devono spingerli a rivolgersi a un oculista per il proprio figlio?

«Il primo segnale è lo strabismo, anche leggero. Poi ci sono vari comportamenti dei bambini che vanno dall’ammiccare, cioè lo sbattere gli occhi, molto frequente, alla perdita di equilibrio che si ripete spesso nel tempo, da una posizione anomala del capo, al chiaro fastidio dimostrato in presenza di luce e alla difficoltà di afferrare gli oggetti».

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