L’arrivo della primavera, preziosa e piacevole anticamera della stagione estiva, ci spinge a prestare maggiore attenzione ad alcuni aspetti estetici che ci riguardano, in particolare quelli legati al viso.
La luce ritrovata e l’aumentata voglia di stare all’aperto – sempre e comunque nel rispetto delle regole anti-covid – mettono infatti in maggiore evidenza alcune piccole imperfezioni che nemmeno l’uso della mascherina riesce a nascondere. Tra queste le rughe glabellari, che si sviluppano sulla fronte, le zampe di gallina ai lati esterni degli occhi e i solchi nasogenieni, che collegano ii lati del naso agli angoli della bocca.
Piccoli dettagli su cui è possibile intervenire, oggi, con vari tipi di intervento, come ci spiega il dottor Maurizio Nudo, responsabile del Servizio di Dermatologia di Humanitas Castelli di Bergamo.
Dottor Nudo, come intervenire su rughe del viso e solchi nasogenieni?
«Una prima soluzione può essere data dall’utilizzo di filler a base di acido ialuronico. Si tratta in pratica di iniettare questa sostanza nei punti desiderati, offrendo alla pelle una buona azione di ringiovanimento. L’acido ialuronico è già presente nel nostro organismo, nel derma, solo che nel tempo lo perdiamo e quindi compaiono le rughe, i solchi, la pelle diventa più lassa, meno tonica. Si viene a produrre un meccanismo di invecchiamento che coinvolge l’epidermide ma anche il derma, che è la base – come se fosse un’impalcatura – su cui poggia la stessa epidermide. Quello con l’acido ialuronico è un rimedio che viene eseguito a livello ambulatoriale, utilizzando prodotti di qualità e di certificazione controllata. L’intervento va ripetuto nel tempo, una volta ogni quattro-cinque mesi per evitare che la situazione torni a essere quella di prima dell’utilizzo dei filler».
Oltre all’acido ialuronico, quali altri rimedi abbiamo per combattere l’invecchiamento della pelle?
«Un secondo rimedio è dato dalle piccole punture a base di botulino, proteina denaturata e non tossica che ha il potere di bloccare il movimento della corrugazione della fronte che porta alla formazione delle rughe di espressione tipiche della regione frontale e delle cosiddette zampe di gallina ai lati esterni degli occhi. Il procedimento, rispetto all’acido ialuronico è differente: mentre quello “riempie”, il botulino “blocca”, distendendo le rughe della fronte e le zampe di gallina, gli unici due interventi con botulino autorizzati dal Ministero della Salute. Anche in questo caso, per mantenere il risultato ottenuto, è necessario ripetere l’intervento a intervalli regolari, più o meno ogni tre-quattro mesi».
Infine c’è anche il trattamento con l’uso del laser…
«Sì, in questo periodo dell’anno può essere utile sottoporsi a un trattamento di fotoringiovanimento eseguito con il Laser CO2 frazionato ablativo. Utilizzando questo strumento sulla pelle vengono eseguiti tanti forellini minutissimi – si parla, in ordine di grandezza, di pochi micron, che corrispondono a un millesimo di millimetro – e, passando attraverso questa, si arriva al derma dove il calore provocato dal laser determina un riscaldamento che porta alla produzione di collagene giovane, nuovo. Un intervento che ha il doppio risultato di rimuovere le cellule cornee della superficie della pelle e di provocare un fotoringiovanimento a livello del derma, cui viene donato un nuovo tono. E lo stesso laser può essere utilizzato anche sulle cicatrici superficiali da acne».
Quali vantaggi ottiene la pelle dal fotoringiovanimento? È un intervento che può essere eseguito solo sul viso?
«La pelle diviene più lucida e tonica. L’intervento con i laser può riguardare il viso, il collo, il décolleté, quando sono caratterizzati da pelle molto secca. A questo proposito bisogna aggiungere che al trattamento con il laser deve essere affiancata una giusta azione di idratazione della pelle, che si ottiene con l’utilizzo di creme che offrano un’azione emolliente per la stessa pelle».
Il trattamento deve essere ripetuto nel tempo?
«Per il trattamento sono necessarie almeno quattro sedute distanziate un mese l’una dall’altra, ma una volta concluso offre risultati definitivi, quello che è stato ottenuto non viene perso. È necessario solo un piccolo richiamo dopo un anno dalla prima effettuazione. L’importante è evitare di farlo nei mesi caldi, da giugno a settembre – ma si possono fare due sedute prima dell’estate e due dopo – perché l’esposizione al sole nei giorni immediatamente successivi all’intervento è sconsigliata. Per essere precisi, il sole deve essere evitato per almeno una settimana dopo l’intervento. Dopo quel breve periodo ci si potrà esporre senza problemi».
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici