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Eccessiva lacrimazione, oculista e otorino insieme per un intervento minimamente invasivo

Il suo nome è epifora ed è un disturbo che, anche se non molto diffuso e conosciuto, quando si manifesta può essere piuttosto fastidioso. Corrisponde all’eccessiva lacrimazione, problema causato dall’ostruzione delle vie lacrimali che, dal punto di vista degli aspetti legati alla sua cura, rappresenta un ottimo esempio di multidisciplinarità applicata. È infatti una problematica di competenza degli oculisti, ma che oggi può essere curata con un intervento chirurgico che richiede una collaborazione con gli otorinolaringoiatri.

Che cosa significa dire che nella cura dell’eccessiva lacrimazione si procede in modo multidisciplinare?

«In alcuni ospedali come il nostro – spiega il dottor Alessandro Marchesi, specialista dell’Otorinolaringoiatria di Humanitas Castelli di Bergamo – c’è una stretta collaborazione tra le due equipe, per cui i colleghi dell’oculistica, una volta che hanno verificato la presenza di epifora, condividono con gli otorinolaringoiatri il caso clinico così che si possa intervenire con un intervento chirurgico eseguito “dall’interno”. L’eccessiva lacrimazione può essere risolta infatti con due modalità chirurgiche differenti. Per via esterna, con un intervento chiamato dacriocistorinostomia, che consente di creare un nuovo passaggio per le lacrime ed è eseguito dall’oculista con una piccola incisione sulla pelle e che lascia quindi una piccola cicatrice sul viso, o per via interna, con una tecnica minimamente invasiva, con passaggio dal naso e quindi senza lasciare cicatrici visibili, che prende il nome di dacriocistorinostomia endoscopica endonasale ed è eseguita “a quattro mani” dall’otorinolaringoiatra e dall’oculista».

Come viene eseguito l’intervento “per via interna”?

«L’intervento è eseguito in sala operatoria, con somministrazione di un’anestesia generale perché l’area in cui si interviene è molto delicata: si lavora sul dotto naso lacrimale, posto molto a ridosso della parete dell’orbita dell’occhio, e quindi sono richieste grande attenzione e un’assoluta immobilità del paziente».

Quali sono i sintomi e qual è il percorso di diagnosi e cura relativo all’eccessiva lacrimazione?

«La lacrimazione, quando eccessiva, può creare più di un fastidio a chi ne è colpito: difficoltà a vedere bene, ma anche di formazione di infezioni del sacco lacrimale che possono manifestarsi con dolore, gonfiore e secrezione purulenta, per cui non deve essere tralasciata e sottovalutata – aggiunge il professor Mario Romano, responsabile del Dipartimento di Oculistica di Humanitas Castelli –. Chi soffre di questo problema è bene si sottoponga a una visita oculistica durante la quale lo specialista esamina la situazione e prescrive una TAC con mezzo di contrasto introdotto direttamente nelle vie lacrimali, così da poter identificare la presenza di eventuali ostruzioni. In seguito il paziente viene sottoposto a una valutazione da parte dell’otorinolaringoiatra, che conferma o meno la necessità dell’intervento».

Come si caratterizza la fase del recupero post-intervento?

«Dopo l’intervento il paziente può tornare a casa anche il giorno stesso – spiega il dottor Enrico Giacomotti, specialista dell’Oculistica di Humanitas Castelli –, con l’impegno di seguire una terapia a base di colliri e spray nasali utili a facilitare la guarigione e prevenire eventuali complicazioni. È importante inoltre che il paziente segua alcune precauzioni come evitare di strofinare gli occhi, proteggersi dalla luce solare o dalle polveri e non esporsi a situazioni che potrebbero compromettere la cicatrizzazione. Dovrà infine effettuare controlli successivi per monitorare la guarigione».

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