Le persone con un’età superiore ai 70 anni, coloro che soffrono di alcune patologie – come ad esempio ipertensione arteriosa, problemi cardiaci, diabete, malattie respiratorie croniche, cancro – e i pazienti immunodepressi a causa di patologie congenite o acquisite, trapiantati o in trattamento con farmaci immunosoppressori, sono più soggetti a sviluppare forme gravi di malattia.
Quali sono i sintomi più comuni di COVID-19?
Come detto, i sintomi più comuni di COVID-19 sono:
- febbre pari o superiore a 37,5°C accompagnata da brividi
- tosse di recente comparsa
- difficoltà respiratorie
- perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o diminuzione dell’olfatto (iposmia), perdita del gusto (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia)
- naso che cola
- mal di gola
- mal di testa
- diarrea (soprattutto nei bambini).
Che cosa bisogna fare quando compaiono i sintomi di COVID-19?
Quando si manifestano i sintomi propri del COVID-19 è fondamentale rimanere a casa, limitando il più possibile il contatto anche con i conviventi, e contattare il proprio medico di medicina generale (o il pediatra in caso di minori) che valuterà se sia il caso di prescrivere o meno l’esecuzione di un tampone.
In particolare, in presenza di alcuni segni clinici importanti è bene consultare il medico di medicina generale e valutare insieme l’opportunità di una verifica in ospedale. I segni da non sottovalutare sono:
- febbre superiore a 37,5 gradi per più di 5 giorni; con particolare attenzione a consultare il proprio medico anche prima dei 5 giorni quando la temperatura sia superiore a 39 gradi
- dolori respiratori
- forte stanchezza
- saturimetria – ovvero il livello di ossigenazione del sangue – inferiore a 94.
Anche gli asintomatici sono contagiosi
In questi lunghi mesi di convivenza con l’infezione SARS-CoV-2, responsabile di COVID-19, abbiamo capito che non tutti coloro che risultano colpiti dal virus manifestano i sintomi della malattia.
Alcuni soggetti infatti sono del tutto asintomatici: hanno cioè contratto il virus senza presentare i sintomi di COVID-19. Ma attenzione: gli asintomatici sono comunque contagiosi e possono trasmettere il virus alle altre persone, per cui se dovessero sottoporsi a un tampone e questo dovesse risultare positivo per loro varrebbero le stesse regole dei contagiati sintomatici.
Che cosa bisogna fare quando il tampone è positivo?
Se il tampone che è stato effettuato risulta positivo occorre stare in isolamento per almeno 10 giorni a partire dal momento in cui sono comparsi i sintomi ed è possibile rientrare in comunità dopo un tampone che abbia esito negativo effettuato dopo almeno 3 giorni in cui non ci sia stata presenza di sintomi (che possono essere inclusi nei 10 totali o essere successivi).
Qualora la persona dovesse risultare positiva a ben due tamponi, una volta passati i sintomi e scaduti i 21 giorni dal primo tampone non sarà comunque più considerata positiva e quindi non sarà più contagiosa e potrà porre fine al suo isolamento.
Eventuali conviventi, in quanto contatti stretti di un positivo, devono seguire le norme proprie della quarantena e dunque non devono uscire di casa per 14 giorni dall’ultima esposizione – cioè dall’ultimo contatto con il convivente, che nel frattempo è in isolamento – oppure per 10 giorni (sempre dall’ultima esposizione) in caso di tampone negativo (oppure un test rapido antigenico) effettuato il decimo giorno.
Come si può prenotare il tampone in Humanitas Castelli Bergamo:
In Humanitas Castelli Bergamo è possibile prenotare un tampone al telefono:
- tel. 035 4204500 dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 17.
COVID-19, approfondimenti
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