La pianta della lavanda appartiene alla famiglia delle Lamiaceae. È una pianta commestibile, nota per il suo intenso profumo, che si sviluppa in primavera ed estate.
I suoi fiori, utilizzati per essenze profumate, vengono colti nei momenti che fanno seguito alla massima fioritura.
Quali sono le proprietà nutrizionali della lavanda?
100 grammi di lavanda offrono un apporto di circa 49 calorie. Nella stessa quantità sono presenti:
- 1 grammo di grassi
- 287 UI di vitamina A (retinolo)
- 215 mg di calcio
- 2 mg di ferro.
La pianta della lavanda è inoltre una buona fonte di polifenoli.
Quando non bisogna mangiare lavanda?
Non sono note interazioni tra il consumo di lavanda e l’assunzione di farmaci o altre sostanze.
Si ritiene però che l’effetto rilassante da essa prodotto possa essere pericoloso quando viene consumato insieme a farmaci antidolorifici o con cui si combattono gli stati d’ansia. In caso di dubbio è bene rivolgersi al proprio medico.
Quali sono i possibili benefici della lavanda?
La lavanda ha un certo potere antiossidante, dovuto alla presenza di vitamina A, che aiuta a la salute di occhi, pelle e mucose oltre che di cuore e arterie.
Grazie al calcio è alleata delle ossa e utile per combattere i sintomi della sindrome premestruale; il ferro è fondamentale per la produzione di globuli rossi e aiuta a prevenire o a ridurre l’anemia.
I polifenoli aiutano a contrastare l’invecchiamento o la proliferazione di microbi che potrebbero provocare problemi gastrointestinali, soprattutto sotto forma di gonfiori.
La lavanda può infine essere utile per contrastare insonnia, stress e ansia.
Quali sono le controindicazioni della lavanda?
Il consumo di lavanda da parte di chi soffre di allergie a piante della famiglia della menta può comportare l’insorgenza di effetti collaterali come mal di testa, costipazione e aumento dell’appetito.
Avvertenza
Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi alle indicazioni del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.