Quali interventi chirurgici sono previsti per l’ostruita defecazione?
L’intervento chirurgico per l’ostruita defecazione può variare a seconda della natura del problema. Si contano, nello specifico, due differenti procedure chirurgiche:
- con tecniche per vie trans-anali, che ristabiliscono la normale anatomia dell’ampolla rettale restituendo la normale funzione evacuativa
- con tecniche per via addominale in laparoscopia, quando c’è l’esigenza di riposizionare gli organi pelvici (retto, utero, vescica) prolassati, restituendo così la normale funzione evacuativa e correggendo anche i difetti della continenza urinaria.
Tra le procedure con accesso trans-anale la più diffusa ed efficace è la STARR (Stapled Transanale Rectal Resection), intervento ideato dal prof. Antonio Longo che, grazie all’utilizzo di suturatrici meccaniche, prevede la resezione dell’ultimo tratto dell’intestino retto prolassato che ostruisce il viscere impedendo la defecazione. Si tratta di un intervento in genere eseguito in anestesia spinale, rapido, sicuro e che non lascia ferite esterne. Dopo un ricovero di 2 giorni il ritorno alla normalità delle funzioni intestinali è molto veloce: dopo circa una settimana la situazione tende a regolarizzarsi completamente.
In circa un terzo dei casi all’ostruita defecazione si associa anche un prolasso degli organi pelvici (utero e vescica) che può causare anche incontinenza urinaria.
In questi casi è possibile e opportuno correggere contemporaneamente i prolassi della pelvi con un intervento (POPS Pelvic Organ Plrolapse Suspension) che in laparoscopia, posizionando una rete di sostegno per l’utero, ristabilisce l’anatomia della pelvi eliminando i prolassi e consentendo la normale evacuazione e continenza urinaria.
Anche questa procedura viene eseguita con ricovero di 2-3 giorni e consente una ripresa pressoché immediata della normali attività.