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Rottura del legamento crociato anteriore, la sostituzione avviene con i tendini

La nostra capacità di movimento dipende in gran parte dal ginocchio, che con il suo piegarsi e distendersi ci permette di svolgere azioni che ci appaiono del tutto normali, come camminare, correre, saltare, pedalare, alzarci e sederci su una sedia. Movimenti che richiedono elasticità e forza, soprattutto quelli che, per essere eseguiti, richiedono carichi non indifferenti.

Per poter assolvere ai suoi compiti, l’articolazione del ginocchio è dotata di una struttura complessa, in cui ciascuna componente, in collaborazione con le altre, è chiamata a eseguire un compito rigoroso e preciso. Da questo deriva il fatto che quando uno di questi elementi subisce un danno e non riesce ad agisce come dovrebbe il funzionamento di questo perfetto meccanismo si “inceppa”.

Tra le parti del ginocchio più esposte a problematiche derivanti da usura o da rottura ci sono i legamenti, cioè i “filamenti” elastici e robusti che permettono al ginocchio di mantenere stabilità anche quando esegue movimenti estremi, come ad esempio le rotazioni.

In particolare, si sente spesso parlare di lesione o rottura del legamento crociato anteriore, una situazione che interessa in particolare gli sportivi, come spiega il dottor Vincenzo Condello, specialista che opera nell’Ortopedia di Humanitas Castelli di Bergamo.

Quali possono essere le cause di una lesione del legamento crociato anteriore durante la pratica di uno sport?

«È una lesione di solito correlata a traumi. Nello sport, spesso la rottura del legamento è dovuta a distorsioni che non per forza derivano da contatti diretti avuti con avversari di gioco. La lesione può derivare anche da un cambio di direzione brusco e improvviso, come quelli che caratterizzano attività sportive come calcio, basket, pallavolo, ecc.».

Come viene curata la lesione del crociato anteriore?

«La tipologia di intervento varia in base a varie condizioni che corrispondono all’attività fisica praticata, all’età del paziente e a ogni sua singola esigenza. Più il paziente è giovane e più si ha l’esigenza di intervenire chirurgicamente, perché è importante trattare eventuali lesioni meniscali o cartilaginee che spesso si accompagnano alla rottura del legamento crociato anteriore e che, con il passare del tempo, potrebbero generare un’alterazione dei carichi che si sviluppano sull’articolazione provocando una conseguente insorgenza di gonartrosi, l’artrosi del ginocchio».

Come si può “riparare” chirurgicamente un legamento crociato anteriore lesionato o rotto?

«La tecnica chirurgica è di tipo artroscopico e prevede l’esecuzione di piccoli tagli attraverso cui vengono inseriti gli strumenti chirurgici e la telecamera che permette al chirurgo di visualizzare su uno schermo l’area di intervento. La sostituzione del legamento rotto è effettuata utilizzando parti del corpo dello stesso paziente, in particolare i tendini – negli sportivi vengono scelti quelli che non influenzano in modo particolare l’attività sportiva praticata –, che vengono prelevati, “lavorati” e innestati al posto del legamento lesionato. Si tratta di una procedura veloce, grazie alla quale è possibile evitare di inserire elementi esterni nell’organismo del paziente».

È sempre possibile utilizzare tendini autologhi, cioè prelevati dal corpo del paziente stesso?

«No, non è possibile farlo, ad esempio, quando il paziente ha già subito, in passato, un prelievo tendineo. Oppure nel caso in cui ci si trovi ad affrontare lesioni multilegamentose, che richiedono quindi la sostituzione di più legamenti. In questi casi si ricorre alle “banche” che forniscono legamenti provenienti da donatori. Inoltre, ultimamente, ma è una soluzione ancora poco diffusa, sta affermandosi la possibilità di utilizzare tendini di derivazione animale, modificati per poter essere innestati nell’uomo. I risultati finora ottenuti con questa tecnica sono molto incoraggianti».

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